L’Italia è il più grande produttore al mondo di vino e la varietà di uva che coltiva e di tipi di vino è immensa. Ogni territorio ha le sue specialità.
Sono infatti molte le regioni in cui la coltivazione dei vigneti è molto importante, si spazia dal Piemonte al Veneto, piuttosto che Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, passando per la Toscana, Puglia, Sicilia, Calabria, Sardegna, ma in generale è tradizione tipica di molti territori, da Nord a Sud tanto che in Italia esistono oltre duecento Denominazione di Origine Controllata (DOC).
L'Italia e le molteplici varietà di uve
Ogni luogo, grazie ai vari fattori climatici e la tipologia di terreno nonchè la tradizione delle tecniche di lavorazione tipiche di quel territorio, permettono di proporre nel mercato una vasta gamma di vini di qualità riuscendo a soddisfare i molteplici gusti del consumatore finale.
Ad esempio in Piemonte si ha l’uva principale che è il Nebbiolo, che produce i famosi vini Barolo e Barbaresco, questi vini sono tannici con sentore a viola e terra umida, in Toscana il vino più conosciuto è il Chianti ed è prodotto con uve San Giovese, una delle cui sotto-varietà, la San Giovese Grosso, è responsabile della produzione del prestigioso Brunello di Montalcino, in Veneto, vini molto apprezzati come la Valpolicella e il Bardolino rosso sono entrambi provenienti da uve Corvina, Rondinella e Molinara. Da non dimenticare è il Dolcetto, prodotto con Garganega e Trebbiano.
Si potrebbe continuare con svariati esempi, data la grande varietà di uve presenti nel nostro bel Paese.
Ma un passaggio importante, è stato riconoscere ufficilamente l'importanza della tutela e salvaguardia delle nostre tipicità, parliamo della classificazione dei vini Italiani.

La classificazione dei vini
Nel 1963, il Governo italiano istituì un sistema di denominazione di origini, o denominazione di origine, basato approssimativamente sul sistema francese di controllo dell’appellativo. Fino a poco tempo fa, solo il 10% degli enormi raccolti di vino italiani era regolato dalle leggi sui vini. Allo stato attuale, la situazione ha cominciato a cambiare mentre le riforme approvate nel 1992, note come legge Goria, hanno effetto a poco a poco e incorporano più vini nelle varie categorie.
Quali sono le categorie di vino in Italia?
Il vino è diviso in due categorie: vino di qualità (DOCG e DOC) e vino da tavola (IGT e VdT).
Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG):
questo alto livello di vino italiano è iniziato come una forma più rigida di DOC e come riconoscimento dei migliori vini italiani, sebbene sia stato creato nel 1963, la prima DOCG non è stata concessa fino al 1980. Solo 15 vini hanno ottenuto lo status di DOCG.
Denominazione di Origine Controllata (DOC):
questa categoria si applica ai vini prodotti con varietà di uve specificate, coltivate in zone specifiche, in un certo senso il regolamento del DOC serve a preservare le tradizioni esistenti (tradizioni stabilite negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale).
Indicazione Geografica Tipica (IGT):
versione italiana della categoria francese vin de pays. I vini possono utilizzare una descrizione geografica sull’etichetta seguita dal nome di una varietà.
Vino da Tavola (VdT):
questa è la classificazione più basilare e sull’etichetta non può essere fatta alcuna distinzione geografica o di varietà.